Il sistema previdenziale italiano offre diverse opportunità per ottenere arretrati e prestazioni economiche.
La questione dei diritti previdenziali è un tema di rilevante importanza per molti cittadini italiani, specialmente per coloro che si avvicinano all’età pensionabile. Un aspetto spesso trascurato riguarda la possibilità di ottenere arretrati dall’INPS, che possono arrivare fino a 8600 euro, un’opportunità che spetta a tutti ma che richiede una specifica richiesta.
Questo articolo intende fare chiarezza su come e perché sia fondamentale presentare domanda, illustrando anche i vantaggi di passare da una prestazione assistenziale a una previdenziale, come nel caso di Anna, una casalinga di 71 anni con 16 anni di contributi.
La situazione di Anna
Anna attualmente percepisce un assegno sociale di 534,41 euro al mese, ma desidera sapere se sia più conveniente per lei passare alla pensione di vecchiaia, considerando che ha versato un numero limitato di contributi. La pensione di vecchiaia è un trattamento pensionistico che viene erogato al raggiungimento di specifici requisiti anagrafici e contributivi. In generale, per accedere a questo tipo di pensione sono necessari almeno 20 anni di contributi. Nel caso di Anna, che ha iniziato a versare contributi nel 2001, la sua situazione è particolare.
Le normative vigenti stabiliscono che per i lavoratori con un’importante carriera contributiva a partire dal 1° gennaio 1996, noti come “contributivi puri”, è possibile ottenere la pensione di vecchiaia all’età di 67 anni, a condizione di avere almeno 20 anni di contributi versati. Questo significa che, nonostante Anna abbia versato solo 16 anni, deve valutare attentamente se passare dall’assegno sociale alla pensione di vecchiaia possa risultare vantaggioso. Un fattore cruciale è rappresentato dall’importo minimo della pensione, che nel 2023 era fissato a 1,5 volte l’assegno sociale, quindi circa 801 euro. Per chi ha 71 anni, come Anna, non è necessario rispettare questo requisito di importo minimo, ma è comunque necessario possedere almeno 5 anni di contribuzione effettiva.
Un aspetto interessante è che l’INPS riconosce periodi di accredito figurativo per diverse situazioni, come l’assistenza ai figli o periodi di maternità . Questi accrediti possono rivelarsi determinanti per il calcolo della pensione di vecchiaia, anche se, come nel caso di Anna, il numero di anni di contributi versati è limitato. La pensione di vecchiaia, infatti, viene calcolata esclusivamente in base al montante contributivo accumulato, e non prevede né maggiorazioni sociali né integrazioni al trattamento minimo. Pertanto, chi ha un numero ridotto di anni di contributi, potrebbe comunque avere diritto a una pensione, ma l’importo sarà probabilmente inferiore ai 500 euro mensili.
Nonostante ciò, chi opta per la pensione di vecchiaia non rischia necessariamente di percepire un importo inferiore all’assegno sociale. L’INPS, infatti, eroga il trattamento pensionistico più favorevole per il beneficiario. Questo implica che, nel caso di Anna, se decidesse di richiedere la pensione di vecchiaia, non è escluso che possa continuare a ricevere un importo più elevato rispetto all’assegno sociale attuale, sebbene questo dipenda dai dettagli specifici della sua contribuzione.
Inoltre, un recente intervento del governo Meloni nella legge di bilancio 2025 ha introdotto la possibilità di andare in pensione nel 2025, recuperando anche arretrati significativi. Per coloro che maturano il diritto alla pensione di vecchiaia e hanno avuto figli, gli arretrati possono essere notevoli: ad esempio, chi ha avuto un figlio può ricevere 4 mesi di arretrati, 8 mesi con due figli, e fino a 16 mesi con quattro o più figli. Questo si traduce in cifre considerevoli, che possono arrivare fino a 8600 euro per chi percepisce circa 538 euro al mese di pensione.
Tuttavia, è importante notare che il passaggio anticipato alla pensione potrebbe comportare un trattamento pensionistico più basso a causa dei coefficienti applicati nel biennio 2025-2026, il che significa che la decisione di richiedere la pensione anticipata deve essere ponderata con attenzione. Chi si trova in situazioni simili a quella di Anna deve prendere in considerazione tutti questi fattori e valutare se presentare domanda per la pensione di vecchiaia o mantenere l’assegno sociale attuale.