E’ fondamentale seguire attentamente le comunicazioni dell’Agenzia delle Entrate e rimanere aggiornati sulle eventuali modifiche normative.
Con l’approssimarsi della scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi 2025, è fondamentale che i contribuenti siano particolarmente attenti a eventuali errori o omissioni. Infatti, chi non ha rispettato il termine del 31 ottobre per l’invio del modello Redditi 2024 ha la possibilità di presentare una dichiarazione tardiva fino al 29 gennaio 2025.
E’ importante comprendere che questa scelta, sebbene possa sembrare un’opzione di “salvataggio”, potrebbe comportare sanzioni significative.
La legge prevede una sanzione che varia da 250 a 1.000 euro per la presentazione tardiva della dichiarazione, come stabilito dall’articolo 1, comma 1, del D.Lgs. n. 471/1997. Il valore esatto della multa dipenderà dalla gravità dell’infrazione e dal tempo trascorso dalla scadenza. È essenziale tenere presente che, per le dichiarazioni presentate con un ritardo non superiore a novanta giorni, la sanzione può essere ridotta a un decimo del minimo, quindi a 25 euro, come stabilito dall’articolo 13, comma 1, lettera c), del D.Lgs. n. 472/1997.
Dettagli sulla presentazione tardiva
Per coloro che decidono di procedere con la presentazione tardiva, è fondamentale seguire alcune indicazioni pratiche. La scadenza per inviare questa dichiarazione è fissata al 29 gennaio 2025. Tuttavia, è necessario prestare attenzione al codice tributo da utilizzare per il pagamento della sanzione, che è 8911. È importante notare che l’anno di riferimento per il codice tributo è quello in cui si è verificata la violazione, nel caso specifico il 2024.
Inoltre, se ci sono imposte da versare in relazione alla dichiarazione tardiva, sarà necessario pagare anche la sanzione per omesso versamento delle imposte, che sarà ridotta secondo le misure stabilite dall’art. 13 del D.Lgs. n. 472/1997, a seconda di quando il contribuente decide di effettuare il ravvedimento. La circolare 42/E/2016 dell’Agenzia delle Entrate chiarisce che è anche ammesso il ravvedimento frazionato, ovvero la possibilità di recuperare le somme dovute in più rate.
È fondamentale che i contribuenti siano consapevoli degli errori più comuni che possono portare a sanzioni elevate. Un errore frequente è la compilazione errata dei moduli, che può derivare da una cattiva interpretazione delle norme fiscali o dall’utilizzo di dati non aggiornati. Inoltre, la trascuratezza nella raccolta e nell’inserimento delle informazioni richieste può portare a omissioni che, se non corrette, possono risultare molto costose.
Un altro aspetto da considerare è che, sebbene la dichiarazione tardiva possa avere effetti ai fini dell’applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità Fiscale (ISA) e dei relativi benefici, è cruciale che i dati dichiarati siano corretti e completi. La circolare n. 20/E/2019 dell’Agenzia delle Entrate stabilisce che l’ammissibilità agli ISA è legata alla correttezza delle informazioni fornite.
Le recenti riforme fiscali, come evidenziato dal D.Lgs. n. 87/2024, non hanno modificato le sanzioni previste per la presentazione tardiva delle dichiarazioni. Ciò significa che i contribuenti devono continuare a prestare attenzione alle scadenze e alle modalità di invio per evitare sanzioni elevate. È importante ricordare che la scelta di presentare una dichiarazione tardiva non consente di accedere alla proposta di concordato preventivo biennale, come chiarito dalla circolare n. 18/E/2024 dell’Agenzia delle Entrate.
Per evitare sorprese e sanzioni, è consigliabile che i contribuenti si organizzino per tempo. È utile tenere un calendario delle scadenze fiscali e utilizzare strumenti digitali per il monitoraggio delle proprie informazioni fiscali. Inoltre, considerare la possibilità di rivolgersi a professionisti del settore fiscale può essere una scelta saggia, in particolare per coloro che si trovano in situazioni più complesse o che non sono sicuri delle procedure corrette da seguire.