La ricerca della felicità è uno degli obiettivi principali della nostra vita. Siamo tutti motivati da desideri diversi.
Ma come possiamo coltivare una felicità autentica e duratura? Le neuroscienze hanno recentemente fatto importanti progressi nel comprendere il nostro cervello e il funzionamento della mente, fornendoci alcuni “hack” per migliorare il nostro benessere.
La gratitudine è una delle chiavi per un benessere duraturo. Secondo Alex Korb, neuroscienziato americano, il nostro cervello tende a concentrarsi sui problemi e sulle emozioni negative. Tuttavia, se ci alleniamo a focalizzarci su ciò per cui possiamo essere grati, possiamo cambiare la nostra prospettiva e migliorare il nostro stato d’animo. Chiedersi “Per quale motivo devo essere grato oggi?” ci aiuta a riconoscere gli aspetti positivi della nostra vita, stimolando la produzione di neurotrasmettitori come la dopamina e la serotonina, noti per i loro effetti positivi sull’umore.
Le abitudini che, secondo la scienza, possono davvero aumentare la nostra felicità
La gratitudine non è solo una semplice emozione; è una pratica che possiamo addestrare nel tempo. Può essere utile tenere un diario della gratitudine, dove annotiamo ogni giorno tre cose per cui siamo grati. Questo esercizio non solo ci aiuta a focalizzarci sugli aspetti positivi, ma ci insegna anche a riconoscere le piccole gioie quotidiane che spesso diamo per scontate.
Quando ci troviamo in uno stato di malessere, tendiamo a nascondere o minimizzare le nostre emozioni. Dare un nome alle emozioni negative può essere un potente strumento di liberazione. Korb suggerisce di descrivere le nostre emozioni in termini semplici, utilizzando parole o metafore che le rappresentino. Questo processo attiva la corteccia prefrontale del cervello, che aiuta a ridurre l’impatto del malessere sul sistema limbico, la parte del cervello associata alle emozioni.
Ad esempio, invece di dire “mi sento male”, potremmo specificare “mi sento triste” o “mi sento ansioso”. Questo atto di identificazione non solo ci aiuta a comprendere meglio le nostre emozioni, ma ci consente anche di affrontarle in modo più efficace. Riconoscere e nominare le emozioni è il primo passo per gestirle e ridurne l’intensità.
La nostra mente può diventare un campo di battaglia quando siamo paralizzati dall’indecisione. Le neuroscienze ci dicono che prendere una decisione, anche se non perfetta, può ridurre l’ansia e migliorare il nostro benessere emotivo. Secondo Korb, prendere decisioni implica stabilire intenzioni e obiettivi, un processo che coinvolge direttamente la corteccia prefrontale, la parte del cervello responsabile del pensiero critico e della pianificazione.
Invece di cercare la soluzione perfetta, possiamo allenarci a prendere decisioni “sufficientemente buone”. Questo approccio ci permette di superare il blocco mentale e di affrontare le sfide quotidiane con maggiore sicurezza. Prendere anche piccole decisioni quotidiane, come cosa mangiare o quale attività fare, può restituirci un senso di controllo e di autonomia, elementi fondamentali per il nostro benessere.
Il contatto fisico è un potente alleato per il nostro stato d’animo. La mancanza di interazione fisica può attivare nel nostro cervello le aree associate al dolore e all’isolamento. Al contrario, il contatto fisico stimola la produzione di ossitocina, un ormone che favorisce il benessere e riduce lo stress. La semplice azione di toccare o abbracciare qualcuno può generare sensazioni di felicità e appartenenza.
Anche se non sempre possiamo abbracciare qualcuno, piccoli gesti come una stretta di mano o un semplice tocco sulla spalla possono fare la differenza. È importante creare occasioni di contatto con le persone a noi care, poiché questo non solo migliora il nostro umore, ma rafforza anche le relazioni interpersonali, creando un ambiente sociale più positivo e accogliente.