Negli ultimi tempi, un tema scottante ha iniziato a circolare tra i cittadini italiani: il fermo amministrativo.
Questa misura è stata oggetto di attenzione crescente, specialmente per coloro che hanno debiti pendenti nei confronti dell’amministrazione finanziaria. Ma cos’è esattamente il fermo amministrativo e perché è così importante prestare attenzione ai documenti che si ricevono a casa? Analizziamo la questione in dettaglio.
Il fermo amministrativo è una misura cautelare adottata dall’Agenzia delle Entrate che ha come obiettivo quello di garantire il pagamento di debiti tributari. In sostanza, quando un contribuente non paga le sanzioni per violazioni del Codice della Strada o le cartelle esattoriali, il suo veicolo può essere sottoposto a fermo amministrativo. Questo significa che il veicolo non può essere utilizzato fino a quando il debito non viene saldato. È importante sottolineare che il fermo non è un atto esecutivo di esecuzione forzata, ma piuttosto una misura preventiva per garantire che il debito venga estinto.
Come Funziona Il Fermo Amministrativo
Il processo di attivazione del fermo amministrativo inizia con la notifica di una cartella esattoriale al debitore, il quale ha 60 giorni per pagare quanto dovuto. Se il pagamento non avviene entro questo termine, l’Agenzia delle Entrate Riscossione può inviare un preavviso di fermo, che è una comunicazione formale che invita il debitore a regolarizzare la propria posizione. Questo preavviso include dettagli cruciali, come l’importo del debito, l’anno di riferimento e il numero identificativo della cartella esattoriale.
Se, nonostante il preavviso, il debitore non provvede a saldare il debito entro 30 giorni, il fermo amministrativo diventa esecutivo e viene iscritto nel Pubblico Registro Automobilistico (PRA). È fondamentale tenere presente che il fermo può essere applicato anche per debiti di importo relativamente basso, senza limiti di soglia stabiliti dalla legge, diversamente da quanto avveniva con la precedente gestione di Equitalia.
Nel 2025, chiunque abbia debiti non pagati può trovarsi a rischio di fermo amministrativo. Questo include anche piccole somme, in quanto l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha la facoltà di attivare il fermo anche per importi minimi. In passato, con Equitalia, esistevano limiti specifici per l’attivazione del fermo, ma tali restrizioni non sono più valide. La Corte di Cassazione ha confermato che non ci sono limiti di legge, e pertanto le misure di fermo possono essere adottate per qualsiasi debito esistente.
Una volta che un veicolo è stato sottoposto a fermo amministrativo, ci sono diverse restrizioni da rispettare. Il proprietario non può utilizzare il veicolo, che deve essere custodito in un luogo privato e non può essere lasciato in sosta in aree pubbliche. Inoltre, è vietato rottamare, esportare o parcheggiare il veicolo su suolo pubblico. È importante che il proprietario osservi queste regole, poiché la violazione può comportare severe sanzioni, tra cui la confisca del veicolo e la revoca della patente.
Circolare con un veicolo sottoposto a fermo amministrativo può portare a sanzioni economiche molto elevate, che vanno da un minimo di 1.984 euro fino a un massimo di 7.937 euro. Oltre a questa multa, ci sono ulteriori sanzioni accessorie che possono includere la confisca del veicolo e la sospensione della patente. È quindi cruciale che i debitori prestino attenzione alle comunicazioni ricevute e agiscano di conseguenza per evitare conseguenze legali e finanziarie.
Per evitare di trovarsi in una situazione di fermo amministrativo, è fondamentale tenere sotto controllo le proprie pendenze fiscali e provvedere tempestivamente al pagamento delle somme dovute. In caso di difficoltà economiche, è possibile richiedere la rateizzazione del debito, una misura che consente di diluire il pagamento in rate più sostenibili. È anche consigliabile tenere una comunicazione aperta con l’Agenzia delle Entrate Riscossione, in modo da esplorare eventuali opzioni di sgravio o sospensione del debito.