Negli ultimi tempi, si sta profilando un cambiamento significativo nella gestione dei pagamenti in contante in Italia.
Il Governo, infatti, sta esaminando un decreto legislativo che mira a rafforzare i controlli sul contante, introducendo sanzioni più severe e ampliando la definizione di cosa si intende per “contante”.
Queste misure sono parte di un’iniziativa più ampia per contrastare attività illecite, migliorare la tracciabilità dei flussi di denaro e, in ultima analisi, garantire una maggiore sicurezza economica e sociale.
Inasprimento delle normative sui movimenti di contante
Il decreto in fase di esame prevede un inasprimento delle normative legate ai movimenti di contante, sia in entrata che in uscita dal territorio nazionale. Le autorità competenti, come l’Agenzia delle dogane e della Guardia di Finanza, avranno ora la facoltà di sequestrare temporaneamente somme di denaro, anche inferiori a 10.000 euro, qualora non vengano rispettati gli obblighi di dichiarazione o qualora vi siano sospetti di attività illecite. Questo rappresenta un cambiamento significativo rispetto alla legislazione attuale, che fino ad oggi prevedeva un limite di 10.000 euro per le dichiarazioni.
Uno degli aspetti più rilevanti di questo nuovo decreto è il potere attribuito alle autorità di trattenere i fondi per un massimo di 30 giorni, con la possibilità di estendere il sequestro fino a 90 giorni in caso di sospetti di illeciti. Questo periodo di tempo è giustificato dalla necessità di raccogliere elementi utili per l’applicazione della legge penale. In un contesto economico caratterizzato da crescente preoccupazione per la sicurezza finanziaria, queste misure potrebbero rivelarsi determinanti per combattere attività come il riciclaggio di denaro e il finanziamento del terrorismo.
Le nuove disposizioni non si limitano solo ai sequestri, ma introducono anche un sistema di sanzioni notevolmente più severo. Attualmente, le aliquote sanzionatorie variano tra il 30% e il 50% dell’importo eccedente la soglia legale. Con l’introduzione del nuovo decreto, si prevede un innalzamento di queste percentuali, con limiti che potrebbero arrivare fino al 100%. Questo significa che chi non rispetta le nuove normative rischia di trovarsi a dover pagare multe molto elevate, il che potrebbe avere un impatto significativo sulle finanze personali.
Inoltre, il decreto legislativo in discussione aggiorna la definizione di “contante”. Non si parlerà più solo di monete e banconote, ma anche di strumenti finanziari negoziabili al portatore. Tra questi, rientrano i traveller’s cheques, gli assegni, i vaglia, gli ordini di pagamento al portatore e le carte prepagate anonime. Questo ampliamento della definizione di contante è un tentativo di colmare le lacune normative esistenti e di garantire che tutte le forme di denaro siano sottoposte a controlli rigorosi.
Un’altra novità importante riguarda l’elaborazione incrociata dei dati e l’uso di strumenti informatici per identificare situazioni a rischio. Le autorità fiscali e di controllo potranno avvalersi di tecnologie avanzate per effettuare verifiche casuali, aumentando così l’efficacia delle operazioni di controllo. I dati raccolti, inoltre, potranno essere utilizzati per fini fiscali, con possibili aggiornamenti delle posizioni presso l’Agenzia delle Entrate. Questa sinergia tra le varie autorità rappresenta un passo avanti verso una gestione più trasparente e responsabile del denaro.