La gestione delle spese familiari, in particolare quelle relative ai figli a carico, è un tema di crescente importanza.
Con l’introduzione della Legge di Bilancio 2025, i contribuenti dovranno affrontare un nuovo scenario in cui le detrazioni IRPEF per le spese sostenute per i figli e i familiari a carico subiranno cambiamenti significativi. È fondamentale per le famiglie comprendere appieno queste nuove disposizioni per ottimizzare la pianificazione fiscale e gestire correttamente le spese.
Una delle novità più rilevanti della Legge di Bilancio 2025 è l’introduzione di un doppio limite alle detrazioni IRPEF. Per i contribuenti con redditi superiori a 75.000 euro, le detrazioni saranno fissate a un massimo di 14.000 euro, mentre per quelli con redditi oltre i 100.000 euro il limite scende a 8.000 euro. Questi tetti si applicano a tutte le spese detraibili, inclusi i costi per l’istruzione, le spese mediche e le attività ricreative per i figli. È evidente che tali limiti renderanno necessario un approccio più strategico nella gestione delle spese familiari, particolarmente per le famiglie con redditi più elevati.
Ripartizione delle spese tra coniugi
La ripartizione delle spese tra i coniugi diventa quindi cruciale. Generalmente, le spese possono essere suddivise in base alla quota effettivamente sostenuta da ciascun genitore. Tuttavia, se il documento di spesa è intestato al figlio fiscalmente a carico, i genitori possono decidere di ripartire le spese in modo diverso dal consueto 50%, annotando la percentuale di ripartizione direttamente sul documento. Questo aspetto offre una certa flessibilità e consente ai genitori di ottimizzare le detrazioni in base alla propria situazione economica.
Un altro elemento da considerare è l’impatto delle detrazioni per carichi di famiglia e dell’assegno unico. Queste agevolazioni, che non limitano l’autonomia nella gestione delle spese, si sommano alle detrazioni per le spese sostenute per i familiari a carico. Questo significa che, anche se un genitore ha la titolarità della detrazione per carichi di famiglia, l’altro genitore può comunque beneficiare delle spese sostenute, a condizione che queste siano adeguatamente documentate.
Nel 2025, i limiti reddituali per considerare un familiare a carico rimarranno invariati. Saranno considerati fiscalmente a carico i membri della famiglia con un reddito complessivo uguale o inferiore a 2.840,51 euro, e i figli di età non superiore a 24 anni che nel 2023 hanno avuto un reddito uguale o inferiore a 4.000 euro. Questa regola consente una pianificazione più chiara per le famiglie, poiché le soglie di reddito rimangono costanti.
È importante notare che le spese per i figli a carico possono includere una vasta gamma di oneri. Tra le spese detraibili più comuni ci sono quelle per l’istruzione, come le rette scolastiche e universitarie, le spese mediche, i costi per attività sportive e culturali, e le spese per il trasporto pubblico. Affinché queste spese possano essere detratte, devono essere pagate attraverso strumenti tracciabili e debitamente documentate, come fatture o scontrini.
I coniugi dovranno anche prestare attenzione alle modalità di documentazione delle spese. Se un genitore ha sostenuto l’intero importo di una spesa, può detrarla per intero, a patto che questo venga annotato sul documento di spesa. Questa regola garantisce che le famiglie possano gestire le detrazioni in modo efficiente e trarre il massimo vantaggio dalle agevolazioni fiscali disponibili.
Inoltre, in caso di un genitore fiscalmente a carico dell’altro, il genitore non a carico può portare in detrazione l’intera spesa sostenuta per il figlio, anche se i documenti sono intestati al genitore a carico. Questa flessibilità nella gestione delle spese fa sì che le famiglie possano adattarsi alle proprie esigenze economiche e ottimizzare il carico fiscale nel modo più vantaggioso.